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Nel design della Super Duke 990, gli elementi più distintivi sono il serbatoio "gibboso", i fianchetti laterali che si protendono in avanti fino ad abbracciare la forcella e le linee spigolose tipiche del tratto di Kiska. Peso e volumi appaiono visivamente caricati sull’anteriore. Ancora oggi, guardando la 1290, gli stessi elementi saltano subito all’occhio.

 

Nel ridisegnare la moto, la cosa più difficile è proprio svincolarsi da queste linee. Non solo. Se è vero che la meccanica del motore LC8 e il traliccio del telaio sono belli da guardare e che nel complesso tutto è disposto in modo abbastanza razionale, è pur vero che le parti che nel progetto originale appaiono coperte dalle carene, una volta spogliata la moto, non lo sono altrettanto.

Brutto il serbatoio di compensazione del liquido di raffreddamento, caotica la zona retrostante il radiatore, con tutti quei cavi e tubetti a vista. Non parliamo del serbatoio esterno dell’olio motore. Non è un caso credo, se negli anni i preparatori non si sono sbizzarriti più di tanto su questa KTM.

Preso atto dei “punti critici” e portata la moto a ciclistica e motore ho cercato di visualizzare almeno i cardini del progetto: serbatoio più smilzo e dal profilo più basso, cupolino raccolto, faro tondo, semimanubri, scarico laterale, posteriore più corto. Una rivoluzione. A rendere le cose ancora più difficili, il dictat auto imposto che tutte le modifiche sarebbero dovute essere reversibili semplicemente rimontando i componenti originali. Obiettivo raggiunto, visto che a parte i collettori di scarico (in verità un kit di back up recuperato su internet a prezzo “politico”), nient’altro ha subito interventi troppo invasivi.

 

Sulle procedure di realizzazione dei vari componenti è già stato detto quasi tutto (vedi la pagina "OFFICINA"), per cui non mi dilungherò più di tanto su questo aspetto.

 

Qualche riga lo merita il risultato finale che, nel limite delle mie possibilità economiche e pratiche, mi soddisfa molto.

Ho cercato di interpretare questa naked in chiave cafe racer senza calcare troppo la mano sul tema vintage. Volevo evitare una operazione nostalgia di quelle che si potrebbe fare, per esempio, con una Honda o una Ducati, Marchi che hanno senza dubbio più storia alle spalle nel segmento delle sportive.

Il faro tondo, pur tecnologicamente moderno e la sella con cuciture trasversali, insieme alle linee più morbide, danno un sapore retrò, che armonizza bene con le forme del telaio e il motore. Anche la colorazione, frutto di numerosi ripensamenti, alla fine mi ha convinto. E' stata ottenuta con una serie di stratificazioni di vernice color alluminio RAL 9006 e una particolare patina coprente della Cromas per la realizzazione di verniciature effetto spazzolato.

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A onor del vero, non credo si possa parlare di un layout definitivo: per qualche ritocco c'è sempre tempo e le idee già non mancano...

 

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