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TRA IL DIRE E IL FARE...

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Non ho mai contato le ore che mi ci sono volute per trasformare questa KTM nella special dei miei desideri.

Dai primi bozzetti alla messa in moto sono passati più di otto mesi, trascorsi tra schizzi, ricerca dei materiali, spunti,  lavorazioni.  Non essendo un meccanico, tantomeno un modellista, prima di mettere mano alla moto ho dovuto informarmi su tutto ciò che credevo potesse  servirmi, sia per palparne la fattibilità, sia per prevedere un budget, almeno  indicativo (in ogni caso limitato).

Dalla mia avevo qualche reminiscenza della laurea di Industrial Design e una discreta manualità.

Dopo aver visionato su internet infiniti tutorial sui vari metodi per realizzare sovrastrutture artigianalmente, ho da subito escluso  i metalli. Lavorare con i compositi mi avrebbe levato dall’impiccio di dovermi affidare a qualcuno per le saldature, con conseguente aggravio sui costi e perdita di protagonismo nel progetto. Nondimeno, quanto realizzato non sarebbe stato riproducibile.

La prima cosa da fare era creare la sagoma, o almeno gli ingombri tridimensionali di massima, del serbatoio e dei fianchetti con un materiale leggero ed economico.

Armato di alveolare in pvc, scotch, cutter e squadre da disegno, ho sagomato pian piano tutta la carcassa, cercando la massima precisione nel determinare queste prime, rudimentali, dime. Prego, non scuota la testa chi dispone di tecnologie CAD_CAM…

Successivamente ho scomposto il tutto, riportando le sagome su disegno tecnico a mano e poi con Nano Cad (programma scaricabile gratuitamente in rete) con le opportune correzioni. E ora? Come passare dalla versione art-attack alla matrice per lo stampo in vetroresina?

In questo mi ha aiutato Protoshop di via Candiani (MI), che con il servizio di taglio laser mi ha fornito la versione in compensato da 3 mm delle mie dime.

A questo punto è stato sufficiente rimontarle in modo da creare uno scatolato rigido in cui colare poliuretano espanso ad alta densità che ne copiasse fedelmente il volume interno per avere un modello tridimensionale leggero  facilmente lavorabile. Prima di procedere alla colatura del poliuretano, ovviamente, ho dovuto creare uno strato antiaderente per evitare che la schiuma si attaccasse al legno, oltre a pensare ad un modo per rendere l’assemblaggio della carcassa sufficientemente preciso e scomponibile. La reversibilità di tutte le fasi è fondamentale quando si ha poca esperienza: non sempre le cose vanno bene la primo colpo e l’errore può costare tempo e denaro. A questo scopo, pellicola alimentare e nastro americano  sono stati provvidenziali.

Fin dall’inizio avevo previsto che alcune parti del modello del serbatoio non avrebbero lasciato molto spazio alla personalizzazione e che sarebbe stato preferibile riprodurle tali e quali. Il fondo con relativo alloggio per la pompa della benzina e aggancio della sella, così come la sede per il tappo di carico del carburante, per esempio, dovevano garantire di poter rimontare i componenti originali. Anche la capienza era in solo in parte sacrificabile a favore dell’estetica, dal momento che l’LC8 è una bella spugna…

Per questi calchi ho utilizzato una gomma siliconica spatolabile (tixotropica) prima, bende gessate poi. Negli stessi ho colato una plastica poliuretanica liquida.

Una volta integrati i pezzi ottenuti al modello in poliuretano e legno, ho sagomato e levigato il tutto fino ad ottenere la matrice definitiva da verniciare con uno smalto lucido. Solo allora è stato possibile creare i veri e propri stampi in vetroresina. E’ un lavoro piuttosto complesso ma procedendo con calma e pianificando le fasi a mani ferme con l’aiuto di qualche buon tutorial e consiglio si possono ottenere degni risultati. Per fortuna tra i miei contatti c’era Giordano Loi (se non lo conoscete andate a vedere le sue opere in rete). Colgo l’occasione per ringraziarlo per tutte le dritte che mi ha dato e senza le quali non avrei cavato un ragno dal buco. Serbatoio dallo stampo, se preferite.

Con la stessa procedura sono stati realizzati il carter paramotore che accoglie la batteria e il cupolino, partendo questavolta da un pezzo prestamapto in vtr per Triumph Thruxton adattato per accogliere il faro da 7".

Prima di arrivare alla colorazione definitiva ci sono state, come comprensibile, una infinita serie di bozze.

La livrea è stata ottenuta con una verniciatura  effetto alluminio spazzolato e decalcomanie realizzate su mio disegno.

Piuttosto impegnativa è stata anche la progettazione del telaietto per il faro anteriore a led (ricambio aftermarket per Harley Sportster) e per la strumentazione digitale di serie.

Si tratta di una struttura in alluminio scomponibile in quattro parti ottenuta con taglio laser su mio disegno CAD. La prima "stesura" aveva dei fori passanti per l’assemblaggio tramite bulloni. Purtroppo al momento del montaggio mi sono accorto che il faro puntava troppo in alto e non avevo margine di correzione. E’ stato sufficiente rivedere il progetto e sostituire i fori con delle asole.

La sella è stata anch’essa rimodellata, partendo da un pezzo davvero malmesso di cui era possibile salvare solo la scocca e affidando a un tappezziere di fiducia le indicazioni basilari: rivestimento antiscivolo in skay, assottigliamento della sezione laterale verso il pilota e più comfort per il passeggero. Nella stessa ottica è stata eliminata anche la serratura originale, sostituita da una calamita cannibalizzata da un hard disk e solidale alla sella. Una volta posizionata la seduta nelle sue guide, una piastrina in acciaio avvitata al telaietto garantisce la necessaria tenuta.

Per nulla al mondo avrei rimontato i silenziatori originali. Avevo già addocchiato in rete qualche realizzazione di S.D. con scarico laterale: minor peso, minor calore per pilota e passeggero e possibilità di montare borse laterali all’ occorrenza. La scelta è ricaduta su un silenziatore omologato della GPR per Honda CBR 1000 adattato da FB Racing di Vignate (MI) raccordandolo ai collettori originali e poi verniciato co una vernice ad alte temperature.Pannello Filtrante BMC, mappatura ad hoc sono le uniche altre modifiche che hanno interessato il motore. . 

A questo punto la moto era bell'e pronta. Non restava che provarla!

 

(segue alla pagina "SU STRADA")

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